Il Verlaine che ho deciso di tradurre, quindi di capire, di far mio, è quello del verso lungo e amaro, del periodo complesso, l’autore dei sonetti e dell’epigramma intenso e disilluso. Un incontro favorito da dubbi e fortuiti ritardi: sufficiente, però, a rimettere in cammino, con un verso uguale ma diverso nella musica (qual è quello italiano), una luce nuova in questi versi. S.R.
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