L'Apologia di Socrate è un testo scritto in giovane età da Platone. Elaborato tra il 399 e il 388 a.C., è la più credibile fonte di informazioni sul processo a Socrate, oltre a quella in cui la figura del vecchio filosofo è probabilmente meno rimaneggiata dall'autore. L’Apologia platonica è eco, probabilmente fedele, dell’autodifesa che Socrate pronunciò al cospetto dei giudici ateniesi all’indomani della restaurazione della democrazia dopo la parentesi dei ‘Trenta Tiranni’. Il filosofo ateniese, tacciato di empietà e corruzione dei giovani, viene citato in giudizio da tre democratici: Meleto, Anito e Licone. Nonostante l’accusa avesse scarsa consistenza, Socrate fu riconosciuto dai giudici colpevole e fu condannato a morte.