«Ho sempre invidiato i poeti per i quali la poesia sembra somigliare a un colto, lampeggiante, conversare. [...]Della sua poesia mi colpì subito la forza, bibliotecaria e forestale, probabilmente violentissima miscela di terra d'origine sicula e mondo – specie quello brasiliano – che deve aver creato nella sua mente, nel suo cuore, nell'abilissima lingua, detonazioni, svagamenti, oltre che un'attitudine indomabile al teatro continuo e ai suoi giochi soavi e terribili.» Davide Rondoni