Tra i maggiori esponenti dell’Accademia dell’Arcadia, Pietro Metastasio, più di ogni altro nel suo tempo, riesce a mediare testo e musica, esaltando il fascino dello spettacolo: semplifica e nobilita le forme, elimina le parti buffe perché sono in contrasto con gli affetti galanti e le rigide categorie formali dell’aristocrazia settecentesca, lascia spazio alla bravura dei cantanti conferendo importanza all’aria col da capo. I soggetti dei melodrammi sono quelli tipici del genere, derivati dalla storia antica e dal mito; i suoi “drammi per musica” e le “azioni teatrali” vengono musicati da compositori del calibro di Händel, Hasse, Jommelli, Gluck e Mozart.
Copiosa è la sua produzione di “Arie”, Metastasio ne scrisse in numero superiore a milleduecento: il genere melodrammatico esigeva, infatti, che ogni scena fosse conclusa da un’aria, facente seguito al recitativo.