«È tutto negli ultimi versi, in quella luce obliqua e ferita, il senso di questo diario, di questo album scritto, di questo quaderno di sguardi e ombre e bagliori e memorie e onde del tempo, nel tempo. Da un liceo romano alle scuole doriche si sciolgono i decenni di un insegnante e della folla dei suoi allievi, quel mare sommerso di nomi perduti, volti, voci, "fragili vascelli" che dicono addio alle rive verso un chissà dove ignoto, figli di un'età che svanisce e che invece s'avvolge d'un chiarore perenne nel ricordo di chi li pensa e li rammenta vicini o laggiù al lume di un'eterna adolescenza.» Francesco Scarabicchi