In un mondo di morti per troppa soddisfazione, Basso Impero si assume una responsabilità: di ricominciare da dove tutto sta finendo. Governa questi versi l’intelligenza del Medio Evo, quando era ancora necessario credere. L’esaltazione nominalistica, il trobar clus, i santi e il bestiario, la morte insidiosa, ricompaiono in una superiore inarcatura che riporta il finito passato nel qui e ora dell’infinito presente. Traluce a tratti un confidente umorismo virginale, che vela dottrina e silenzi, che acchiappa nel retino larve e ipostasi, in letizia.
Poesia religiosa nella prima parte del libro, poesia mistica nella seconda, poesia gualcita dal sacro nell’ultima, e mai cemeteriale catechismo, sempre invece la lotta con l’angelo. (A. G.)