Canne al vento, uscito a puntate su “L’Illustrazione Italiana”, dal 12 gennaio al 27 aprile 1913, dopo qualche mese fu pubblicato in volume, presso l’editore Treves di Milano. Il titolo dell’opera più famosa della scrittrice sarda allude al tema della fragilità umana e del dolore dell’esistenza; in questa direzione mobilita le riflessioni e le fantasie di un eroe protagonista, come un primitivo, un semplice, assai simile al pastore errante dell’Asia leopardiano o a uno degli umili manzoniani. Il rapporto di similitudine tra la condizione delle canne e la vita degli uomini, celebrato nel titolo del romanzo, proviene da un’opera (Elias Portolu) del 1903: “Uomini siamo, Elias, uomini fragili come canne, pensaci bene. Al di sopra di noi c’è una forza che non possiamo vincere”.