Queste “conversazioni di acqua e di luce”, di parole e di immagini, inscenano veri e propri frammenti di esistenza, non importa se vissuti o trasognati; nella forme di tessiture leggere, trame di un vivere in cui la pena, come il desiderio di felicità e la nostalgia si fanno essenziali: sottovoce e danzanti le prime, purissime e assorte le seconde. Non didascalie le une delle altre, ma forme di un’unica grammatica del destino nell’etimo antico dello “stare”, del vivere qui ora. (Ennio Grassi)