De Profundis è una delle opere più toccanti e straordinarie di Oscar Wilde (1854-1900). Una sorta di lunga lettera scritta al suo amato compagno, Alfred Douglas (“Bosie”), nel 1897, anno in cui Wilde si trova nella prigione di Reading, detta anche della Regina, per scontare una pena di due anni ai lavori forzati per il reato di omosessualità. È durante le interminabili giornate in carcere che egli decide la sua stesura, poiché come scriverà lui stesso: “Noi che siamo in carcere, e nelle cui esistenze non c’è nessun avvenimento, eccetto il dolore, dobbiamo misurare il tempo con i palpiti della sofferenza e la ricapitolazione dei momenti amari”.
Dopo la sua scarcerazione, Wilde ne affidò il manoscritto (con il titolo di Epistola: In Carcere et Vinculis) al suo fedele amico Robert Ross, pregandolo di farne due copie, una delle quali avrebbe dovuto essere spedita a Lord Alfred Douglas. Il testo venne pubblicato per la prima volta nel 1905 – cinque anni dopo la morte di Wilde – con il titolo di De Profundis; fu però rimaneggiato da Ross che tolse dalla versione definitiva, per ragioni legali, qualsiasi allusione a Bosie e alla famiglia Queensberry.
Soltanto nel 1962, grazie a Rupert Hart-Davis, che prese in esame il manoscritto depositato al British Museum, la lunga e meravigliosa epistola di Wilde poté tornare al pubblico nella sua versione integrale (fu inserita nel volume The Letters of Oscar Wilde). Nel 2000 il British Museum ha finalmente pubblicato un facsimile di tutto il manoscritto originale.