L'Epistola a Cangrande è giunta a noi attraverso una tradizione indiretta di nove manoscritti e fa parte dei tredici testi che ci restano dell'epistolario di Dante. Non è una lettera qualsiasi: in essa il Poeta dedica la cantica del Paradiso al signore di Verona, Cangrande della Scala, celebrato anche nel XVII canto, che lo aveva ospitato nel lungo esilio e verso cui nutriva un forte senso di gratitudine. Oltre all'aspetto più propriamente epistolare, questo testo contiene anche una parte che si definisce dottrinale: conclusa la dedica a Cangrande, la scrittura prosegue infatti con un commento puntuale per la lettura e la comprensione dell'intero poema della Commedia e anche, più in particolare, del prologo del Paradiso.