«La voce di Roberta Sireno è abitata da "l'infinito/ che divora". Lei sa – e lo ha impresso nell'esergo zanzottiano – d'essere in cerca del "bastante allarme bastante amore" per traversare i luoghi bui, i boschi delle stanze ammobiliate studentesche, dei precipizi di amicizie e affetti, degli abbracci che si prolungano in custodia dalla "morte tanta" che batte il suo ritmo in queste fabbriche di vetro, risonanti cristalli di numerose notti e poche albe.» Davide Rondoni