Giorgio Gemisto Pletone (1355?-1452) è una figura che continua ancora a restare avvolta nel mistero. È un uomo di cui, stranamente, vediamo
il carisma su tantissimi uomini del Rinascimento e l’influenza in tante e così grandi opere altrui e ne conosciamo pochi o quasi nulli tratti.
È presente nelle armoniose misure musicali basate sulla sezione aurea pitagorica dell’architetto Leon Battista Alberti; è l’iniziatore ed ispiratore non solo dell’Accademia fiorentina di Cosimo de’ Medici e Marsilio Ficino, e di quelle che via via sorsero nel nostro paese e in Europa con tutto quello che ne conseguì in termini di rivoluzione del pensiero; con lui rinasce lo studio dei testi di Platone, Plotino, Proclo, Porfirio, Giamblico… accompagna persino le caravelle di Colombo… Eppure la sua figura continua a restare, nel nostro paese e, soprattutto, nella città che ne ospita le spoglie, più tenue di un’ombra.