Le fotografie all’interno del libro ritraggono Martina Mazzola e Giulia Piazzolla e sono opera di Paolo Ercoles.
Hanno di me un’idea assurda è un titolo che fa sorridere, pare promettere qualcosa di scanzonato e allo stesso tempo misterioso. Una sorta di rivelazione, una confessione da gran finale. In realtà l’elemento più straordinario di questo libro è la liberazione della libertà. Chi legge non si sente costretto a prendere una posizione, né a pensare quello su cui l’autrice riflette, nemmeno a capire o condividere. Non è chiamato a collocarsi dalla parte giusta o sbagliata. Una lettura che ci fa dire “va bene così, va bene dove sono se è qui che davvero voglio essere…”, ma se ci fosse anche un solo dubbio quest’opera invita al cambiamento, all’apertura, al darsi un’ulteriore occasione. (dalla prefazione di Michela Morri)
Questo libro è allo stesso tempo un racconto e un confronto. È un guardarsi dentro in uno specchio datato che rimanda un’immagine recente. Giocando con le parole, immergendoci in un mare a tratti offuscato, a tratti terso, l’autrice fa i conti con il ticchettio dell’orologio, il suo trascorrere. Un tempo oggettivo e soggettivo, un tempo che passa, uno che non basta più e un altro che sembra esserci come mai prima. Silenziosa, traccia i confini dell’esperienza come tratteggiasse le linee di ritratti a mano libera. Il volto che scopriamo disegnato è quello di un’anima non nuova ma rinnovata, complessa e multiforme, combattiva e combattuta. (dalla postfazione di Luigi Maria Piarulli)