Il Principe è un trattato storico-politico composto nel corso del 1513 durante il soggiorno forzato dell'autore all'Albergaccio (il suo podere agricolo presso S. Casciano) dove era stato confinato in seguito al fallito colpo di stato contro i Medici l'anno prima. È lo stesso Machiavelli a dar conto della composizione dell'opera nella lettera a Francesco Vettori del 10 dicembre 1513, in cui dichiara di aver scritto un "opuscolo" intitolato De principatibus in cui spiega "che cosa è principato, di quale spezie sono, come e' si acquistono, come e' si mantengono, perché e' si perdono", confidando all'amico di voler dimostrare attraverso questo piccolo libro tutta la sua esperienza politica e sperare, in tal modo, di essere riammesso al servizio dei Medici.
Propriamente il testo vuol essere una sorta di insegnamento ai sovrani e ai potenti sul modo migliore di gestire e mantenere il potere su uno Stato, frutto della passata esperienza politica dell'autore e delle sue conoscenze teoriche, e tale insegnamento prescinde totalmente da qualunque scrupolo morale e religioso, per cui si può affermare che il trattato getti le basi della teoria politica moderna. Il testo ebbe enorme risonanza in Italia e in Europa e attirò numerose critiche contro il suo autore, presto accusato di immoralità e di cinismo politico (il cosiddetto "machiavellismo"), mentre nel clima della Controriforma l'opera venne posta all'Indice dalla Chiesa.