«Nel libro La Sal (Il Sale), Mariano Peyrou costruisce una poetica basata sul tema della forma, del discorso stesso, sull’illusione che ogni discorso ha di divenire realtà. In questo modo il poeta s’interroga su ogni parola, come se si chiedesse se è vero che esiste il mondo perché si possa dire o pensare con le parole. Il dubbio e l’angoscia di Peyrou potrebbero essere: “palpare con mani nuove/ la differenza tra l’oggetto e la sua/ rappresentazione”. E forse le parole “sotto il sale” non hanno bisogno di sopravvivere, forse sono sufficienti il silenzio e la realtà che nascondono. Forse il mondo ha una vita propria senza nomi, senza parole. E questo, suggerisce Peyrou, sarebbe una sorta di ritorno all’origine, all’informità e al silenzio.» Carmen Leonor Ferro