Il “crepuscolarismo” di Corazzini è probabilmente uno degli episodi più affascinanti della poesia italiana del Novecento, proprio per la capacità di creare una poetica fedele al proprio vissuto recuperato dall’interno, e non dalla revisione ironica o biografizzante dei fatti.
La malinconia delle sere domenicali, o delle chiese in penombra, non resta imitazione di Rodenbach o di Jammes, ma diviene capacità in proprio di creare un nuovo spazio e un nuovo tempo dallo spazio e dal tempo dell’accadere reale, in contrasto con il trionfante dannunzianesimo.
Tra il 1904 e il 1906 furono pubblicate le sue raccolte poetiche: Dolcezze (1904), L’amaro calice (1905), Le aureole (1906), Piccolo libro inutile (1906), Elegia (1906), Libro per la sera della domenica (1906), tutte presenti nella nostra biblioteca digitale.