«Il bordo del cielo sulla soglia.
Hai appeso una ghirlanda di buio sulla porta e ci immergi le mani, frugando sino alla luce della mia resa.
Ti conosco ormai come si conosce ciò che mai si è abitato per pudore: l'erba bagnata dei tuoi abiti, le foglie posate sul tuo ostinato assedio, la direzione dei venti lungo i solchi delle tue mani, la neve così vicina alla tua voce, la corteccia che nutre la tua immagine come un libro.
Ti conosco come si conosce l'orbita del respiro, l'albero che radica silenzioso nel trascorrere dell'anima, perché nulla è così simile all'evocazione che sprofondare in questo mio viso reclinato sulla tua intraducibile grazia.
In questo mattino, in cui ogni nube possiede finalmente la sua pace, mi è ultima la certezza di essere finalmente nato.» (Da "L'ospite sulla soglia")