"C’è un pudore delicatissimo in queste poesie, un pudore metodologico come quello contenuto nella parola rivelare, opposta a svelare, verbo violentissimo. Si rivela mettendo un velo così trasparente, così tenue, come il velo di lacrime o di rossore o di silenzio, che viene il coraggio di guardare. Queste poesie, ci scommetto, appartengono a qualcuno che sa lacrimare, arrossire, sbiancare, a qualcuno che vive all’età della pietra, che sa lavorare il duro, trovare il sale della pietrificazione, sa dominare il fuoco, dargli il tempo di accensione e spegnimento, mantenergli vive le braci, e sa addomesticare il cane (del cuore)..." (Chandra Livia Candiani)