«Non ho avuto la fortuna di conoscere ‘Carluccio’ e le sue passioni artistiche e archeologiche, ma il libro mi ha dato l’occasione di trovarmi di fronte ad un personaggio che non si può non amare. La sua vita è uno spaccato della storia d’Italia e di quel lembo di territorio romano, bizantino, papalino così legato alle vicende italiche. Basta leggere il Guicciardini per capire l’importanza delle ‘saline’, contese tra il papato e i veneziani, ma sempre ritornate nel possesso del Regno Pontificio.
Il ‘nonno’ Saporetti era però un fine intenditore d’arte e accompagnava alle sue ricerche archeologiche le scoperte di affreschi e dipinti che i maggiori storici e critici sembravano avere dimenticato. La prima guerra mondiale fu solo una pausa – vissuta con profondo spirito patriottico e con coraggio da un socialista pacifista, ma non vile, come dimostrano i riconoscimenti al valor militare – in una vicenda umana dove l’amore per la cultura sembrava avere una profonda radice etnica. Oggi diremmo: il DNA ‘cervese’ non mente.
L’impegno politico con il timbro degli ideali socialisti appartiene anch’esso al carattere romagnolo. ‘Carluccio’ però anche in questo campo ha una sua fisionomia particolare: non è massimalista, né comunista, né frontista.
È riformista matteottiano e turatiano, con fermissimi principii antifascisti, democratici e libertari, che gli consentiranno di attraversare il ventennio, la seconda guerra mondiale e lo sfascio dell’Italia con la testa alta e l’orgoglio di non avere mai tradito l’insegnamento dei grandi maestri del socialismo. Non poteva non essere un riferimento nella Resistenza, nella quale è uno dei protagonisti.»
Carlo Tognoli
