«Non è semplice presentare al pubblico italiano della poesia una raccolta complessa come Pared (Parete) di Alfredo Herrera, che per altro, al di là della specificità di ogni percorso, ricorda alcune immagini e figure che si ritrovano anche nella nostra lirica del Novecento. Parlo in primo luogo della metafora "murale", "muraria" se si preferisce, della ricca simbologia evocata dalla parete, che si declina e si sfuma in tutta la raccolta e che non può far pensare in parte, per analogia di rappresentazione e significati, alla muraglia di Montale o al muro della terra di Caproni, entrambe frontiere tra l'universo dell'umano scibile e l'iconnu metafisico, l'insondabilee impenetrabile orizzonte in cui forse potrebbe schiarirsi il rapporto tra essere e mondo.» Matteo Lefèvre