Una “Giornata” era doverosa. Urbino ha dato molto a Pascoli, e Pascoli ha ricambiato la città di Urbino dedicandole alcune delle sue poesie più belle. L’occasione del centenario e, in particolare, il progetto di un ciclo di convegni itineranti dall’Emilia alla Romagna, promosso da Marco Veglia (Università di Bologna) nel 2012, hanno consentito di collocare questo seminario di studi in uno scenario più prestigioso; e di avanzare, in tal senso, lungo un nuovo crinale interpretativo della critica pascoliana, un’idea più complessa della sua poesia, che tenga conto, per esempio, non solo dei temi canonici (dal “nido” al “fanciullino”), ma percepisca la stretta correlazione che passa fra l’opera nel suo farsi e compiersi, secondo una precisa intentio autoriale, e la vita nel suo disfarsi, nel suo restare incompiuta.
SOMMARIO:
Gualtiero De Santi, I “Canti di Urbino”
Salvatore Ritrovato, Pascoli e l’“apertura dello sguardo”
Alberto Casadei, La dissolvenza spazio-temporale in Pascoli
Simone Dubrovic, Dinamiche della memoria e morte del fanciullo: su Pascoli e Proust
Giovanni Darconza, Seamus Heaney e L’aquilone di Pascoli “rivisitato”
Tiziana Mattioli, "Il Bruto" di Giovanni Pascoli. Restituzione secondo l’autografo
Rosita Boschetti, Il Complotto. L’omicidio di Ruggero Pascoli, un mistero da svelare
Umberto Piersanti, Fiori e piante in Pascoli: una lettura "en poète"