«In questa Piccola suite per due orizzonti si realizza una proiezione alla metafisica della poesia di Plinio, che ormai ha raggiunto punte di assoluta rarefazione, completando un cammino che aveva avuto inizio fin dai tempi de Il punto solidale. Eppure, antinomicamente ma non contraddittoriamente, questa levità del segno, ha bisogno di un reticolato strutturale materico e fisico per rendere slancio e farsi suggello di verità. Ne consegue una dimensione iconica di questi ultimi versi di Acquabona. Già nel titolo la spinta alla polisemia musicale favorita dal ritmo è come incanalata, guidata da una spazialità ben definita, tracciata dai confini di due orizzonti, quello ascendente verso la luce e quello discendente verso il buio, entro cui l'individuo cerca il punto ecquidistante o, quando si compie la fusione tra contingenza ed essenza, il doppio limpido attingimento. [...]»
Alfredo Luzi