Oltre alle due canzoni Assai cretti celare e Assai mi placeria, contiene Pir meu cori allegrari, unico componimento poetico della Scuola Siciliana a esserci pervenuto interamente in lingua siciliana; il resto della produzione poetica di tale scuola ci è giunto principalmente tradotto in toscano. La canzone è arrivata a noi attraverso un filologo del Cinquecento, Giovanni Maria Barbieri, che la copiò da un codice che andò in seguito perduto. È pertanto un rarissimo esempio di siciliano illustre, cioè del linguaggio che i seguaci colti di Federico II elaborarono attraverso il raffinamento della lingua parlata e comune, rendendo più regolari certe forme e introducendo il lessico tecnico della poesia d’amore provenzale.