Di fronte alla comunicazione imperante della modernità, l’opposizione del silenzio. Non il tacere: l’assenza di parola, bensì un silere della tranquillità, della scoperta di uno spazio dove il palpitare delle cose. Il luogo della comunicazione include il rumore, il frastuono, la paura all’ascolto: «Ascoltare è appartenere a ciò che al dirlo si sente,/ a ciò che al dirlo ci nomina». Nella nominazione la parola e /è/ silenzio: pensiero in atto, pensiero poetico del reale nella sua riformulazione, nel suo costruire-costruirsi: «Il reale, non la realtà,/ è la parola fuori del linguaggio, l’irripetibile».