Le possibilità rigenerative del mondo, dopo la malattia esplorata nella Waste Land, sono infinite: lo dimostrano le pagine dei Four Quartets, tessute con gli stessi elementi primari che ci compongono. Riconoscere la distruzione è un’espressione di civiltà che da sempre ci appartiene, anche quando tutto appare indecifrabile, quando la continua ricerca trova ostacoli duri, inattaccabili. Quanto vediamo alle spalle (Eliot, nel bene e nel male, indica una via) coincide, in un tempo fortemente indagato, con la visione di un futuro che possiede ancora grandi aperture nell’indissolubile intreccio di vita e morte, di movimento interminato. Parole erranti, che individuano il disastro e il consumo inopinato dell’innocenza. Parole che sono viaggio interminabile, e che riconoscono le diversità affioranti dall’abisso, le aperture infinite di ogni migrazione.
(Elio Grasso)