«Con il trascorrere dei versi, Settembre mi si è rivelato, nella sua discrezione, il modo quasi stoico di difendere una sorta di etica del silenzio (Susan Sontag ne trae addirittura un'estetica), una sintassi di parole mute. Si aggiungano gli scenari marini delle nostre parti, profusi di pagina in pagina, nei quali traspare il richiamo a una felicità inconclusa e indicibile, senza mai lucrare, per dir così, sulle risorse poetiche del ricordo.» Sergio Zavoli