...è impossibile distinguere la scaltrezza perfida e indimenticabile con cui alcune autrici e alcuni autori, a disparità di bandiera, si insinuano nelle frange dell’anima che li incontra; così, dopo i greci e i latini, anche Sonja è stata capace di dirmi quello che voleva lei facendomi credere che mi stesse dicendo tutt’altro. Ci sono volute dieci riletture di questo racconto sulla caducità umana per capire che avevo davanti il tributo all’immortalità inviolabile di un’anima in fiamme. Il genio contraddice se stesso, insegnava la mia professoressa di greco, e non sbagliava; Sonja ce lo comunica alla stregua di Lucrezio. (Sofia Guerra)