Federico Díaz-Granados (Bogotá, Colombia, 1974), è poeta, saggista e promotore culturale. A Bogotà dirige la Biblioteca dei Fondatori del Ginnasio Moderno e la sua Agenda Culturale, nel cui ambito, proprio in questi giorni, si sta svolgendo il Festival Internazionale di Letteratura del Ginnasio Moderno “Las Líneas”, che vede la presenza di poeti e non solo provenienti dalle Americhe e dall’Europa.
Cogliamo dunque l’occasione per proporre ai nostri lettori tre estratti dall’ultima raccolta poetica di Federico Díaz-Granados, La soglia dei sogni / El umbral de los sueños, da noi recentemente pubblicata e tradotta da Gianni Darconza, ricordando che nel 2015 avevamo già dato alle stampe un’altra antologia, Le ore dimenticate / Las horas olvidadas, nella traduzione di Emilio Coco.
Cogliamo dunque l’occasione per proporre ai nostri lettori tre estratti dall’ultima raccolta poetica di Federico Díaz-Granados, La soglia dei sogni / El umbral de los sueños, da noi recentemente pubblicata e tradotta da Gianni Darconza, ricordando che nel 2015 avevamo già dato alle stampe un’altra antologia, Le ore dimenticate / Las horas olvidadas, nella traduzione di Emilio Coco.
HOSPEDAJE DE PASO
Nunca he conocido a los inquilinos de mi vida.
No he sabido cuando salen, cuando entran,
en qué estación desconocida descansan sus miserias.
Las mujeres han salido de este cuerpo a los portazos
quejándose de mi tristeza,
en algunas temporadas se han quejado de humedad
de mucho frío, de algún extraño moho en la alacena.
Se marchan siempre sin pagar los inquilinos de mi vida
y el patio queda nuevamente solo
en este hotel de paso donde siempre es de noche.
ALLOGGIO DI PASSAGGIO
Non ho mai conosciuto gli inquilini della mia vita.
Non ho saputo quando escono, quando entrano,
in quale stazione sconosciuta riposano le loro miserie.
Le donne sono uscite da questo corpo sbattendo la porta
lamentandosi della mia tristezza,
in certe stagioni si sono lamentate dell’umidità
del troppo freddo, di qualche strana muffa nella credenza.
Se ne vanno sempre senza pagare gli inquilini della mia vita
e il cortile resta nuovamente solo
in questo hotel di passaggio dove è sempre notte.
Non ho mai conosciuto gli inquilini della mia vita.
Non ho saputo quando escono, quando entrano,
in quale stazione sconosciuta riposano le loro miserie.
Le donne sono uscite da questo corpo sbattendo la porta
lamentandosi della mia tristezza,
in certe stagioni si sono lamentate dell’umidità
del troppo freddo, di qualche strana muffa nella credenza.
Se ne vanno sempre senza pagare gli inquilini della mia vita
e il cortile resta nuovamente solo
in questo hotel di passaggio dove è sempre notte.
LAS PRISAS DEL INSTANTE
Tenía razón el tiempo en llevar su afán
en instalarse donde le pareciera
y en tener sus rituales y hostilidades.
Ahora entiendo sus tardanzas y balbuceos
y su prontitud para los aciertos,
de esta terquedad de fijar unas cuantas palabras en un extremo
de la infancia
y otras tantas en un rincón de esta calle ronca
que se parece tanto a la vida, llena de sorpresas y de silencios.
Por eso perdóname por tantas deshoras
por convocarte en noches de rencores y presagios
por amontonar en la misma gaveta ruinas y asuntos cotidianos
entre el cansancio de los días y la terca música de los silencios.
Tenía razón el tiempo en llevar su ritmo
y la vida en tener sus afanes
para quedarse acá
con todas las prisas del instante.
Por eso perdóname por estas premuras
por no saber la gramática y las palabras de una lengua
olvidada
por haber perdido libretas, las llaves
y la vieja canción de exactos compases y cenizas
como si en el afán del tiempo
cada día, sin importar la hora,
se extraviaran los sueños.
LE FRETTE DELL’ISTANTE
Aveva ragione il tempo a portare il suo desiderio
a sistemarsi dove gli pareva
e avere i suoi rituali e ostilità.
Adesso comprendo i suoi ritardi e balbettii
e la sua prontezza per i successi,
questa testardaggine di fissare alcune parole a un’estremità
dell’infanzia
e altrettante in un angolo di questa aspra strada
che assomiglia tanto alla vita, piena di soprese e di silenzi.
Per questo perdonami per i molti fuori orario
per averti convocato in notti di rancori e presagi
per aver ammassato nello stesso cassetto rovine e affari quotidiani
tra la stanchezza dei giorni e l’ostinata musica dei silenzi.
Aveva ragione il tempo a portare il suo ritmo
e la vita ad avere i suoi desideri
per restarsene qui
con tutte le frette dell’istante.
Per questo perdonami per queste premure
per non sapere la grammatica e le parole di una lingua
dimenticata
per aver perduto taccuini, le chiavi
e la vecchia canzone dagli esatti ritmi e ceneri
come se nel desiderio del tempo
ogni giorno, non importa l’ora,
si smarrissero i sogni.
Aveva ragione il tempo a portare il suo desiderio
a sistemarsi dove gli pareva
e avere i suoi rituali e ostilità.
Adesso comprendo i suoi ritardi e balbettii
e la sua prontezza per i successi,
questa testardaggine di fissare alcune parole a un’estremità
dell’infanzia
e altrettante in un angolo di questa aspra strada
che assomiglia tanto alla vita, piena di soprese e di silenzi.
Per questo perdonami per i molti fuori orario
per averti convocato in notti di rancori e presagi
per aver ammassato nello stesso cassetto rovine e affari quotidiani
tra la stanchezza dei giorni e l’ostinata musica dei silenzi.
Aveva ragione il tempo a portare il suo ritmo
e la vita ad avere i suoi desideri
per restarsene qui
con tutte le frette dell’istante.
Per questo perdonami per queste premure
per non sapere la grammatica e le parole di una lingua
dimenticata
per aver perduto taccuini, le chiavi
e la vecchia canzone dagli esatti ritmi e ceneri
come se nel desiderio del tempo
ogni giorno, non importa l’ora,
si smarrissero i sogni.
SECRETA COMPAÑÍA
Homenaje mínimo a Roberto Genta Dorado
Oigo el sollozo del vecino
sus canciones delatan
su tristeza o su rencor.
Escucho su tos y el agua hirviendo
y sus diarias costumbres de sintonizar las noticias a la misma
hora.
Qué dirá mi vecino del rock desafinado que sale de mi
dulzaina
de mis malos modales en la mesa
de mis brindis solitarios y del romper tantos papeles en la
noche.
Él sabe qué palpita a este lado de la pared
mientras yo intuyo que nos parecemos mucho
porque canta destemplado y también llora
y sus ventanas se empañan en las noches.
SEGRETA COMPAGNIA
Omaggio minimo a Roberto Genta Dorado
Sento il singhiozzare del vicino
le sue canzoni tradiscono
la sua tristezza o il suo rancore.
Ascolto la sua tosse e l’acqua che bolle
e le sue quotidiane abitudini di sintonizzare le notizie alla
stessa ora.
Che dirà il mio vicino del rock stonato che esce dalla mia
dulciana
delle mie cattive maniere a tavola
dei miei brindisi solitari e del rompere tante carte nella notte.
Lui sa che cosa palpita da questa parte del muro
mentre io intuisco che ci assomigliamo molto
perché canta stonato e piange pure
e le sue finestre si appannano di notte.
Omaggio minimo a Roberto Genta Dorado
Sento il singhiozzare del vicino
le sue canzoni tradiscono
la sua tristezza o il suo rancore.
Ascolto la sua tosse e l’acqua che bolle
e le sue quotidiane abitudini di sintonizzare le notizie alla
stessa ora.
Che dirà il mio vicino del rock stonato che esce dalla mia
dulciana
delle mie cattive maniere a tavola
dei miei brindisi solitari e del rompere tante carte nella notte.
Lui sa che cosa palpita da questa parte del muro
mentre io intuisco che ci assomigliamo molto
perché canta stonato e piange pure
e le sue finestre si appannano di notte.
Da: Federico Díaz-Granados, La soglia dei sogni / El umbral de los sueños, Traduzione di Gianni Darconza, Raffaelli Editore 2017.