Roberto Sosa (Yoro, Honduras, 1930 - 2011) uno dei poeti honduregni contemporanei più notevoli, dopo aver studiato letteratura all’università di Cincinnati, ha svolto un intenso lavoro di diffusione della poesia del suo paese con antologie e saggi che cercano il rigore e la lucidità in uno spazio di oscurantismo culturale. Ha ricevuto numerosi premi internazionali, come l’Adonais nel 1968, il Casa de las Américas nel 1971, quello di Cavaliere delle Arti e delle Lettere in Francia nel 1990 e il Premio Rafael Alberti nel 2011 a L’Avana. Una sua antologia minima è apparsa nel nostro Almanacco dei poeti e della poesia contemporanea n. 6 (2018).
POBRES
Los pobres son muchos
y por eso
es imposible olvidarlos.
Seguramente
ven
en los amaneceres
múltiples edificios
donde ellos
quisieran habitar con sus hijos.
Pueden
llevar en hombros
el féretro de una estrella.
Pueden
destruir el aire como aves furiosas,
nublar el sol.
Pero desconociendo sus tesoros
entran y salen por espejos de sangre;
caminan y mueren despacio.
Por eso
es imposible olvidarlos.
I POVERI
I poveri sono molti
e perciò
è impossibile dimenticarli.
Sicuramente
vedono
al sorgere del giorno
numerosi edifici
dove essi
vorrebbero abitare con i propri figli.
Possono
portare sulle spalle
il feretro di una stella.
Possono
distruggere l’aria come uccelli furiosi,
offuscare il sole.
Ma ignorando i loro tesori
entrano ed escono da specchi di sangue;
camminano e muoiono lentamente.
Perciò
è impossibile dimenticarli.
I poveri sono molti
e perciò
è impossibile dimenticarli.
Sicuramente
vedono
al sorgere del giorno
numerosi edifici
dove essi
vorrebbero abitare con i propri figli.
Possono
portare sulle spalle
il feretro di una stella.
Possono
distruggere l’aria come uccelli furiosi,
offuscare il sole.
Ma ignorando i loro tesori
entrano ed escono da specchi di sangue;
camminano e muoiono lentamente.
Perciò
è impossibile dimenticarli.
LOS PELDAÑOS QUE FALTAN
Nuestros hijos
ven
la ruina acumulada de las ciudades.
Meditan
en los choques que producen las caídas
de las golondrinas
que ya no distinguen los hilos telegráficos.
Se contemplan dentro del diario espejo sucio
que nadie advierte.
Aprenden con los moribundos
a contar los peldaños que faltan a la vida.
Y crecen sin asombro.
I GRADINI CHE MANCANO
I nostri figli
vedono
la rovina accumulata delle città.
Meditano
sugli urti che producono le cadute
delle rondini
che non distinguono più i fili telegrafici.
Si contemplano nel quotidiano specchio sporco
che nessuno avverte.
Apprendono con i moribondi
a contare i gradini che mancano alla vita.
E crescono senza stupore.
I nostri figli
vedono
la rovina accumulata delle città.
Meditano
sugli urti che producono le cadute
delle rondini
che non distinguono più i fili telegrafici.
Si contemplano nel quotidiano specchio sporco
che nessuno avverte.
Apprendono con i moribondi
a contare i gradini che mancano alla vita.
E crescono senza stupore.
Traduzione di Emilio Coco
Da: Almanacco dei poeti e della poesia contemporanea n. 6, a cura di W. Raffaelli e G. Lauretano, Raffaelli 2018.