Anita Piscazzi, pianista, poeta e dottore di ricerca, si occupa di studi etnomusicologici e didattico-musicali. Ha pubblicato le raccolte poetiche: In lumen splendor (Oceano Ed., Sanremo 1999), Amal (Palomar, Bari 2007), Maremàje (Campanotto, Udine 2012), Alba che non so (CartaCanta, Forlì 2018). Sue poesie sono presenti in Ossigeno Nascente (Atlante dei poeti contemporanei italiani a cura del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica Alma Mater Studiorum - Università di Bologna) e in varie antologie. Nel nostro Almanacco dei poeti e della poesia contemporanea n. 6 (2018), nel quaderno dedicato alla regione Puglia curato da Gianfranco Lauretano, trovate un assaggio della sua poesia.
Quando verrai in questo sud
resta
resta e racconta
di anziani
cortecce d’ulivo ai bordi di una panchina
sotto una cassa armonica
ossario di agrifogli
nell’ora del giudizio.
Resta e racconta di loro
pesca di speranza
Aremu sti tálassa mavro
Ruote di biciclette storte
come i denti che masticano l’aria
e le schiene curve
nella luce che arranca.
Dove potrai sentire pianto più forte?
Di madri dei sette dolori,
lamentatrici di morte
troiane convulse a battersi il petto
a cantilenare lo stesso ritornello
Érkete o tànato ti e’rrespettèi
Quando verrai in questo sud
siediti
e ascolta il canto della figghia
de lu rre che porta lu fiuru
in segno di buona ventura
e di una Madonna che l’accompagni.
Aremu sti tálassa mavro: Chissà quale mare nero
Érkete o tànato ti e’rrespettèi: Viene la morte senza rispetto
dal Griko bizantino minoranza linguistica parlata nella Grecìa salentina
Da Tela prima-tellurica, Maremàje, Campanotto Editore, Udine 2012.
Ho ascoltato la luce
che tardi mi affatica nell’ora in cui
la voce confonde il caso
Ho camminato davanti a te
seguendo un segno
la fatica annulla
estrema è la gioia
Da: Almanacco dei poeti e della poesia contemporanea n. 6, Raffaelli 2018.