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Rivista Internazionale di Poesia, Arte e Teatro
POESIA ITALIANA : Nino Pedretti

poesia italiana : NINO PEDRETTI

anno 2 - N° 16
16 Settembre 2017

Nino Pedretti (Sant’Arcangelo di Romagna, 1923 – Rimini, 1981), già noto come poeta dialettale, pubblicò la sua prima e unica raccolta poetica in lingua, Gli uomini sono strade, nel 1977, dando così - se anche ce ne fosse stato bisogno - ulteriore prova delle sue capacità. A dire il vero, la sua produzione poetica fino a quel momento non era stata troppo abbondante, ma la qualità dei suoi versi lo aveva presto imposto come uno dei migliori poeti in dialetto romagnolo. Aveva esordito nel 1975 con Al vòusi e nello stesso 1977 pubblicava Te fugh de mi paèis; mentre successivo, del 1981, fu La chèsa de témp
Gli uomini sono strade, opera divenuta presto introvabile, fu da noi ristampata nel 2013 in un’edizione a cura di Tiziana Mattioli, la quale si occupò allora anche di raccogliere in un volume alcune poesie in lingua italiana rimaste inedite, dopo che nel 2003 avevamo già pubblicato Le pepite d'oro (Poesie 1946-1947), una seconda raccolta in lingua che Pedretti non diede mai alle stampe. 
Di seguito riportiamo per i nostri lettori quattro estratti da Gli uomini sono strade.





ALL’OSTERIA DELLE TRE RUFFIANE
 
All’osteria delle Tre Ruffiane
un tempo la gente
entrava col pesce bell’e fritto
sotto grandi tabarri.
Pendeva dal soffitto
un ragno che un uomo
scansava con la mano.
La buriana del vento urlava
dentro i bricchi di rame
ma la gente portava
voci allegre come monete,
si parlava di un prete e di puttane.
Dolce era l’alba
e bianca come il latte
all’osteria delle Tre Ruffiane.
 






 
 
A UNA DONNA DI FATICA
 
No, per te l’albero
è solo un poco di frescura
e poi quando sprofondi
dentro la tua acidula melma
o nel fiore dell’orto
così come quei rami
che abbracciano l’armadio
lo sfarzo distrutto dei bicchieri
il legno dolce, il tuo tedio
teorema che cadi dalle braccia
liberata e irridente del dolor di piedi.
 






 
 
Anche oggi ho consumato
la mia razione
d’indegnità.
Senza sporcarmi il colletto
né gli angoli della bocca
ho consumato questa comunione
per vivere in pace
coi miei vicini.







 
 
IL DELFINO
  
Calvi per l’invidia e simiglianti
a virgole per l’arroganza, in lotta
territoriale per vie interne
duodeno contro duodeno
e milza contro milza
anche l’ingegno s’intende
la guerra is an all-calling-method
of knowledge consigliato
con la dovuta prudenza.
Jawohl, Herr General.
 
Per ora la cosa più importante
è seminare l’insalata
guardare i barbigli mentre i fiori vanno assecondati
messi nei vasi, visti con la coda
dell’occhio mentre apparecchiate
i fiori vanno visti di schiena
o aprendo di colpo le persiane.
 
E quel ragazzo col grado di sergente
te ne ricordi? Era francese
biondo, combatteva per forza coi tedeschi
e ballava con nostra cugina
quanti anni si sono consumati?
 
Anche senza il freddo ai piedi
ma bene appoggiato di schiena
anzi riposato in giornate di Pasqua
e di Natale coi denti d’oro
le stampelle le lenti e somiglianze
che non avevi notate.
 
Quattordici ore lavora il primario
si dice a volte che non tocchi cibo
e quando uno ci rimane sotto
si fa ancora più solitario
quattordici ore lavora il primario.
Per questo hanno costruito treni
risparmiato sul conto dei minuti
e le ore da dormire in fila. Ingegnere
il figlio ingegnere, ingegnere.
Come si può non parlare di tasse
non carezzare con l’occhio
le case tante volte al giorno spolverate?
 
Non mi ricordo s’era giorno o sera
chi era la persona e se parlavo
quando qualcuno disse ch’era morto:
le case hanno cantoni, passi di luce
e spazi per i fuochi
le case sono tutte tagliate in fila
e fiorite come cimiteri.
 
Chi lo conosce quella sorta di prete
un poco anziano che stava in Norvegia con vasellami da re?
Anche lui s’interessa
ad un mulino bianco quasi sotterra
dal lato monte. Peccato non si possa comperare.
 
Forse un Martin Pescatore verrà
con la coda sottovento
trillando sopra i meli
e prenderà la via degli ulivi
evitando gli stagni. Da quella parte
si può vedere come in un tango della Bella Otero
abbracciati sotto il campanile
contadini e corna lunate
mare di bestie nostrane e forestiere
e fumi campali e carovane.
 
– Die sind anpassungsfähig diese Italiener
meinen Sie nicht?
– Doch, das kann man sagen.
Ma le mani si sono screpolate
e la neve coi trucioli del ferro
hanno trovato l’acqua dentro gli occhi
se l’erba scrive sopra il corpo
nei punti che vanno nel cervello
un’erba sciocca da fosso
fra le gengive rosa dei pescheti.
 
Nel vuoto della piazza c’è una sedia
e un delfino giuoca tra rami d’oleandro.
Da Boston lo so, son poche ore
ma in un’ora ne passano migliaia
non si può dire chi sia il più distante.
 
Se la casa resiste alle termiti
e al tempo starò per altro poco
le giornate son chiare, i piccioni
s’apprestano alla cova. Ogni tanto
si trova un sasso antico
con cavallette morte che sembrano parole.







Da: Nino Pedretti, Gli uomini sono strade, Raffaelli Editore, Rimini 2013.