Edito nel 1906 è la vicenda della sua stessa vita, dall'infanzia fino alla sofferta decisione di lasciare il marito e soprattutto il figlio, in nome dell'affermazione di una vita libera e consapevole e contro la costrizione e l'umiliazione dell'esistenza che un'ipocrita ideologia del sacrificio intende imporre alle donne. Una donna fu pubblicato sotto lo pseudonimo di Sibilla Aleramo, suggerito da Giovanni Cena, che trasse il cognome Aleramo dalla poesia del Carducci “Piemonte” e da allora divenne il suo nome nella letteratura e nella vita. Lo stesso Cena volle anche rivedere il manoscritto, come rivelò la scrittrice: «Asportò egli dal mio libro le pagine dove io diceva il mio amore per Felice. Ed io lasciai amputare così quello che voleva». Il libro ottenne subito un grande successo e fu presto tradotto in quasi tutti i paesi europei e negli Stati Uniti.