«Urbino è una città dell’anima, e il suo corpo appartiene alla storia. Oserei dire alla storia di tutti, di coloro che ci sono nati e vissuti, e di coloro che ci sono arrivati, che si siano o meno fermati. Un corpo fatto di mattoni: quelli che compongono il Palazzo che sovrasta lo scenario di chi osserva la città da lontano, e le altre case, le chiese, i monasteri, i quartieri, che giacciono e si appoggiano ai fianchi della montagna come in cerca di protezione; e quelli con cui ora vengono restaurati gli edifici, e ravvivate antiche stalle, interni disabitati, cortili dimenticati. Anima e corpo chiusi dentro le “mura”, senza essere esclusi dal mondo. Per giungere a comprendere e a far propria questa immagine di Urbino non so quanto tempo ci voglia, e quale condizione dello spirito; ma mi pare di poter dire che Alberto Fraccacreta ci sia riuscito.» Salvatore Ritrovato