Sono importanti questi saggi per comprendere la figura e l’opera di Nadia Campana. E sono tutti percorsi dalla passione per la vita e per la letteratura. Alcuni poi (in particolare quelli sulla Cvetaeva) hanno venature biografiche di impressionante profezia, come se l’autrice avesse scelto questo tipo di scrittura per svelare la parte più segreta di se stessa e il destino che da lì a poco si sarebbe compiuto. (Milo De Angelis)
Abbiamo intitolato Visione postuma questa raccolta di scritti di Nadia Campana, in gran parte inediti, prendendo spunto da quello inaugurale, particolarmente caro all’autrice. Il libro è diviso in tre sezioni. La prima raccoglie testi di poetica, ricchi di forza lirica e di presagio, dove il tema della morte volontaria appare centrale. La seconda comprende alcune riflessioni su due scrittrici di lingua inglese – Emily Brontë ed Emily Dickinson – e sull’arte della traduzione. La terza riunisce scritti brevi e di vario genere, dedicati agli interessi di Nadia Campana negli anni ottanta: i libri di poesia usciti in quel periodo, il teatro, l’insegnamento della letteratura nella scuola media.