Fino a poco tempo fa, Ramón López Velarde, che nacque nel 1888 nella cittadina di Jerez, nello stato settentrionale di Zacatecas, era un poeta quasi sconosciuto fuori del Messico. Neppure a Cuba o in Spagna sapevano qualcosa di rilevante su di lui.
Tuttavia il suo nome nel mondo della letteratura messicana godette di un’attenzione crescente a partire dal 1916 e raggiunse un grande prestigio al momento della sua morte, nel 1921, quando uscì, qualche giorno dopo il decesso, l’esteso componimento “La suave Patria”, un poemetto che era un’aperta dichiarazione d’amore alla terra natia e una critica benevola, ma in termini essenziali molto dura, al carattere stravagante e all’ansia modernizzatrice della Rivoluzione messicana. Immediatamente i migliori scrittori, che già avevano dato risalto al linguaggio profondo e inclassificabile dei suoi due unici libri pubblicati in vita, La sangre devota dell’anno 1916 e Zozobra del 1919, lo riconobbero in maniera quasi unanime e negli anni trenta la sua figura acquistò un rango enorme e fu consacrata, tanto dal lettore competente quanto – e questa è la cosa più notevole – dai lettori occasionali...
Il lettore italiano ha adesso l’opportunità di avvicinarsi a questo magnifico e strano poeta in una scelta fine, realizzata da Marco Antonio Campos, uno dei migliori lettori dello zacatecano, e nella traduzione di Emilio Coco che ha esplorato con zelo e con gusto la poesia ispanoamericana contemporanea. (Víctor Manuel Mendiola)