La poesia di Jan Emmens, dal suo debutto nel 1957 a oggi, ha raggiunto un pubblico relativamente ristretto. Critici e poeti gli hanno sempre riservato uno spazio importante nelle antologie1, ma per i più il nome rimane pressoché sconosciuto. Nemmeno la scelta di poesie del 20122, accompagnata da una nota introduttiva agile e contemporanea, sembra aver modificato questo quadro: Emmens era e rimane a "poet’s poet".
È un'etichetta critica che a Emmens probabilmente non sarebbe dispiaciuta, ma i motivi di una ricezione così scarna rimangono comunque poco chiari. Forse la causa va ricercata nel tono apparentemente rassegnato di molte poesie o nell’amara ironia di altre, o nell’impressione che si tratti di una poesia incostante, quasi dilettantistica. Sono queste impressioni che la poesia di Emmens facilmente suscita – e che altrettanto facilmente mettono in ombra le sfaccettature sommerse e stratificate dei testi. (dalla prefazione di Wouter de Leeuw)