Andai a trovare Michael Lekakis a Long Island, fuori New York, nel 1985, dopo aver saputo dell’infarto che l’aveva colpito. Nella mano deformata stringeva una palla da tennis. Mi accompagnò nel suo studio, dove le molteplici sculture di legno formavano una foresta incantata. Michael Lekakis è uno scultore onesto. Le sue sculture sensuali spiccano dalle loro basi irregolari come un’orchestra barocca di forme astratte che evocano il mistero e il romanticismo della natura. Non scorderò mai la sua gentilezza, il calore dei pini attorno alla casa, la metamorfosi di luce e ombra. Questo suo lungo poema è una meditazione sulla continua tensione e inseparabilità di Eros e Psiche.
Dedico alla sua memoria le mie versioni in italiano e spagnolo di Eros Psiche. Nel testo originale greco e inglese ho tenuto conto delle modifiche da lui stesso riportate a penna nella copia che mi ha dedicato e che gelosamente conservo. (Patrizia de Rachewiltz)