«Forse Nino non avrebbe voluto che questi monologhi e racconti, rimasti nel segreto delle sue carte d'archivio, si pubblicassero. O forse sì, perché parte non ultima dell'ultima sua scrittura e del suo essere, dell'inquieta e tormentata sua ricerca di accomodare sempre la parola in "ritmo parallelo a quello del cuore". Perché non vi è dubbio che la scacchiera della scrittura, né più né meno che la scacchiera della vita, fosse da lui sentita come luogo d'agonismo, "battaglia cruciale", territorio astratto e reale di una metafora, tra l'essere e l'esistere. Nino ne siamo certi, teneva a questi racconti "esiliati", a questi orizzonti raggiunti per strada o sul far del tramonto.» Tiziana Mattioli