Antonio Gramsci [Ales (Or) 12 gennaio 1891 - Roma 27 aprile 1937], si avvicina alle idee socialiste sotto l’influenza del fratello Gennaro in Sardegna e si iscrive nell’anteguerra al Psi. Non partecipa alle manifestazioni di piazza, ma prende parte a riunioni e convegni socialisti, fino a partecipare al Congresso Giovanile Socialista tenutosi nell’agosto 1918 a Vercelli. Il 25 febbraio del 1918 è denunciato alla locale procura per favoreggiamento alla diserzione, insubordinazione e propaganda sovversiva contro la guerra.
Eletto membro della commissione esecutiva della sezione socialista torinese dopo che, nell’aprile 1919, aveva fondato con altri Ordine nuovo, un settimanale di cui diviene direttore nel gennaio 1921 allorchè la rivista si trasforma in quotidiano.
Tra i fondatori del PCdI nel 1921, nel febbraio 1923 è colpito da mandato di cattura per insurrezione contro i poteri dello Stato. Dal giugno 1922 si trova a Mosca, quale rappresentante del partito comunista italiano nell’Internazionale. Nel 1923 è a Vienna; nel febbraio 1924 è tra i fondatori de l’Unità. Rientra in Italia nello stesso anno e quale nuovo segretario comunista. Eletto deputato nel 1924, nel 1925 è subito denunciato per la pubblicazione di stampa sovversiva. Privato dell’immunità parlamentare, all’inizio del novembre 1926 è arrestato e confinato a Ustica per 5 anni. Qui è ancora colpito da mandato di cattura e nuovamente arrestato per creazione di esercito rivoluzionario: il Tribunale Speciale lo condanna a 10 anni, 4 mesi e 5 giorni di reclusione, più il pagamento di una multa di 6200 lire. Inviato prima nel penitenziario di Turi, poi trasferito in quello di Civitavecchia, nel dicembre 1933 per le sue condizioni di salute è tradotto alla clinica Consumano di Formia. Liberato il 25 ottobre 1934, morirà nella clinica Quisisana di Roma il 27 aprile 1937. Del periodo del carcere rimane il patrimonio culturale, politico e umano rappresentato dai Quaderni e dalle Lettere.
Lettere dal carcere è il titolo con cui sono state pubblicate (in varie edizioni postume) le lettere inviate da Antonio Gramsci durante la sua lunga detenzione. La prima edizione fu pubblicata dall’editore Giulio Einaudi nel 1947 e vinse il Premio Viareggio nello stesso anno. Ulteriori edizioni, comprendenti via via sempre più testi, si sono succedute nel dopoguerra. L’opera è considerata un classico del ’900.