De Roberto pubblicò il suo maggiore romanzo, I Vicerè, a Milano nel 1894. L'opera consolidò la sua già larga fama e lo fece porre, nell’estimazione della critica e del pubblico, accanto a Verga e Capuana come il degno rappresentante di quella scuola siciliana in cui, negli ultimi decenni del sec. XIX, la nostra letteratura naturalistica trovò le sue più alte affermazioni.
Ne I Vicerè, un’ampia storia d’un’antica famiglia siciliana di origine spagnola, già dominatrice di Catania e dell’isola, e poi, nel periodo del Risorgimento e dell’unità italiana, De Roberto riesce a trovare il pieno equilibrio fra le sue facoltà di psicologo e di storico, di scienziato e d’artista. La narrazione procede compatta e armonica, in una prosa schietta e vigorosa, che certa patina dialettale rende ancor più aderente alle cose e all’ambiente che ritrae. E se, più che la rappresentazione poetica di un’epoca e d’una famiglia, egli ne dà la descrizione, questa è peraltro condotta con una tale ricchezza e nobiltà d’elementi che non si può non riconoscere a I Vicerè una cospicua importanza sia rispetto al periodo letterario cui appartengono, sia rispetto al periodo storico di cui trattano.