[...] La scrittura di Michela [Gusmeroli] si muove al di sopra delle nebbie dell’identificazione e al di sotto delle irreali trasparenze di un sole invernale. Una scrittura che a me, lettore, crea una sensazione raramente incontrata: lucida e opaca al tempo stesso. Provo di più e comprendo di più, o, per meglio dire, diversamente. Si placa in me il conflitto tra l’irrazionale e il razionale, tra la pancia e la testa. Una vista neutra, nell’insieme, su un territorio dove il giudicare e il giudicarsi sembrano espunti. L’incanto del disincanto. [...] (Saverio Falcone)