«È tempo di tornare alla letteratura come fondamentale strumento di conoscenza antropologica. Dopo decenni di ubriacatura strutturalista, che ha invaso la scuola e che, come ha denunciato Tzvetan Todorov, ha messo in pericolo l’esistenza della stessa letteratura, occorre ricominciare a trattare i testi della tradizione letteraria per quello per cui effettivamente sono stati scritti: il risultato di un’indagine di comprensione del mondo e di se stessi. [...]». Gianfranco Lauretano
Con contributi di Maddalena Bertolini, (Grazia Deledda) Canne al vento (1913); Carlo Bortolozzo, (Italo Svevo) La coscienza di Zeno (1923); Nicola Campagnoli, (Angelo Gatti) Ilia ed Alberto (1939); Monica Fabbri, (Luigi Bertelli) Il Giornalino di Gian Burrasca (1911); Giovanni Fighera, (Luigi Pirandello) Il fu Mattia Pascal (1904); Silvia Fornasari, (Sibilla Aleramo) Una donna (1906); Tiziano Mariani, (Ignazio Silone) Fontamara (1933); Marina Sangiorgi, (Vitaliano Brancati) Don Giovanni in Sicilia (1941); Annalisa Teggi, (Federigo Tozzi) Tre croci (1920); Alessandra Tesei, (Alberto Moravia), Gli indifferenti (1929); Mariadonata Villa, (Corrado Alvaro) Gente in Aspromonte (1930).