«Decido di leggere le agende in cui mio padre ha scritto quasi quotidianamente dal 1965 al 2007, fino al giorno di dicembre in cui è stato portato nell’ospedale dove, il 25, sarebbe morto. Agende di vita e di morte. L’ossimoro che rende l’essenza stessa dell’uomo e del genio di mio padre. Eros e thanatos. E decido di cominciare un lavoro da tempo meditato: estrarre dalle agende e da quaderni e foglietti sparsi, datati e non datati, dei testi, frammenti, annotazioni che immagino suscettibili di costituire un’opera celata, segreta di mio padre. Rimasta taciuta o virtuale. E poetica.» (Chetro De Carolis)