«La Forlì che intendo descrivere è un angolo di mondo visto nei suoi fermenti tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500. Zona remota del pensiero e della storia, appare uno specchio significativo di segni e metafore essenziali per ritrarvi la vita e le sue forme. In questo, l’arte si mostra uno strumento dell’anima, capace di riprodurre il ritratto di un’epoca e dei suoi involontari protagonisti. Per la stesura di queste pagine, materiale prezioso è derivato dagli scritti di Giuliano Missirini (1922-2000); a lui e alla sua memoria è dedicato il mio lavoro.» Pierluigi Moressa
