«"Finché esisterà Canova, si potrà acquistare l'eternità" scriveva Stendhal nel 1811, dopo aver visto a Firenze il cenotafio di Vittorio Alfieri. Dopo le esequie dell'artista, Stendhal affermò che la tomba di Canova era il sepolcro definitivo della scultura italiana. Il giudizio dello scrittore può fare riflettere su come il magistero di Canova non riuscisse a trasformarsi in una vera scuola, anche perché le qualità estetiche e creative sono solo in parte trasmissibili agli allievi. Il genio di Canova va oltre la semplice eredità statuaria; esso continua a circolare anche nell'ispirazione di altri artisti, che in forme diverse sanno accostarsi all'intensità delle emozioni generate dall'incontro fra la natura e l'arte.» Pierluigi Moressa
