Collenuccio sembra cercare una «norma» e una «misura» che restituiscano stabilità a un mondo agitato da forze e passioni incontrollate. Questo – quasi biblico e divino – ordinamento, cardine del classicismo stesso del Rinascimento, appare costantemente insidiato e, dunque, precario: spazzato, in altre parole, dal vento del dubbio, una presenza che alligna nella poesia di Pandolfo, un perturbante che tende agguati nell’ombra degli horti conclusi ch’egli s’affanna via via a costruire. Giardini ordinati, città ben governate, anime ben regolate: ovunque s’affaccia, in queste poche rime, l’aspirazione alla norma che è così centrale nel mondo tardo-gotico che Collenuccio mette in scena. (M. F.)