Herman Melville (New York, 1819-1891) approdò alla letteratura dopo aver trascorso alcuni anni come marinaio nella marina mercantile prima, su una baleniera poi.
I suoi primi romanzi, narrazioni di avventure nei mari del sud, conobbero un notevole successo, rendendolo uno dei più noti autori di storie marinaresche. Ma la sua popolarità declinò dopo la pubblicazione di Moby Dick (1851), che pure fu accolto con favore dai recensori, specie inglesi. Alla sua morte, Melville era quasi completamente dimenticato, anche se diversi suoi romanzi erano regolarmente ristampati.
Moby Dick del 1851, ritenuto il suo capolavoro, fu riscoperto solo nel 1921 grazie a una biografia di Raymond Weaver. Oggi è considerato una delle opere fondamentali della letteratura di tutti i tempi. In essa, la dissennata caccia del capitano Achab alla balena bianca acquista i contorni di un dramma faustiano in cui l'uomo, nel tentativo folle di trascendere i limiti propri della sua condizione, condanna sé stesso e i suoi seguaci al baratro morale, all'annichilimento della ragione, alla morte.