Enrico Prampolini (Modena, 1894 - Roma, 1956), generalmente considerato tra i più significativi rappresentanti del secondo futurismo, è un artista assai precoce. Al 1912 risalgono infatti le sue prima prove pittoriche, che già risentono dell’influenza di Balla e Boccioni. Conosciuto a Roma, nel 1916, Tristan Tzara, entra in contatto con il gruppo dadaista e viene invitato a collaborare alla rivista “Dada”. Nel 1919, due anni dopo aver fondato con Sanminiatelli “Noi”, dà vita insieme a Mario Recchi alla Casa d’Arte Italiana, con lo scopo di divulgare l’arte d’avanguardia. Autore di molti manifesti, Prampolini, che trascorre lunghi periodi all’estero, negli anni tra le due guerre si distingue anche come protagonista nella messinscena internazionale. Nel 1927 a Parigi organizza il Teatro della Pantomima Futurista di cui è regista, scenografo, costumista e, talvolta, anche autore. Nel 1940 pubblica il libro Scenotecnica e partecipa a numerosissime e importanti esposizioni nazionali e internazionali. Nel 1955 gli viene assegnata la cattedra di scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera.