Marcel Proust (Parigi 1871 - 1922). Dopo la morte di genitori si dedicò interamente alla stesura della sua opera di cui dal 1914 uscirono sulla “Nouvelle revue française” ampi estratti. Fin dagli anni liceali frequentò assiduamente i salotti dell'alta borghesia e dell'aristocrazia parigina, di cui avrebbe poi stigmatizzato lo snobismo. L'unico, immenso romanzo che scrisse, a partire dal 1909 fino all'anno della morte, s'intitola À la recherche du temps perdu e consta di sette parti intimamente legate: la prima, Du côté de chez Swann, uscì nel 1913 a spese dell’autore da Grasset, dopo che il parere negativo di A. Gide ne impedì la pubblicazione presso Gallimard; seguirono (questa volta da Gallimard) À l'ombre des jeunes filles en fleur (1918), che ottenne il premio Goncourt, Le côté de Guermantes (2 voll., 1920-21), Sodome et Gomorrhe (3 voll., 1921-22). Postume apparvero le ultime tre parti: La prisonnière (1923), Albertine disparue (1925, chiamata anche La fugitive) e Le temps retrouvé (1927). Fondata su un impianto autobiografico, l’opera è un grandioso affresco della società francese all’inizio del secolo e, allo stesso tempo, è la storia di una vocazione artistica che si realizza solo dopo una lunga esperienza di tempo “perduto”, tempo che nell’arte è possibile ritrovare e rivivere nella sua verità. La Recherche trascende il clima decadente, che pure la sostanzia, per collocarsi agli apici dell’esperienza letteraria del XX secolo.