Valerio Volpini (Rosciano di Fano, 29 novembre 1923 - Fano, 11 gennaio 2000). Prima partigiano, ha poi partecipato alla guerra di liberazione. Si è laureato in Lettere nel 1947 con Carlo Bo: una tesi su Claudel. Titolare di italiano e storia negli Istituti Tecnici, ha svolto per diversi anni corsi di letteratura comparata all’Università di Urbino. Ha raccolto in una cartella fuori commercio, Undici poesie (1947), le sue prime composizioni poetiche di derivazione ermetica. Un altro volumetto, Barbanera (1949), con prefazione di Carlo Bo, ha praticamente segnato la conclusione di quella sua esperienza. Da quel momento si è dedicato a un’intensa attività pubblicistica, con articoli di critica letteraria e di costume, su varie riviste: “Comunità”, “Letteratura”, “Humanitas”, “Studium”, “La Fiera letteraria”, “L’Approdo”, e sui quotidiani: “La Gazzetta del Popolo”, “Il Quotidiano”, “L’Italia”, “L’Avvenire d’Italia”, “L’Avvenire”, nonché con interventi e collaborazioni alla RAI e alla TV. Un interesse costante per i fatti espressivi e per i problemi etici e civili dei suoi anni è attestato dai volumi: Violenza anni sessanta (1963), La prudente ipocrisia (1973), Sporchi cattolici (1976), Cloro al clero (1978), Quasi pellegrinaggio in Russia (1978), Tanto per dire (1998), nei quali si avverte il desiderio d’innalzare la cronaca a contributo storico e di costume, nonché il bisogno di una concreta chiarezza spirituale.
Sul versante più specifico delle letture, del lavoro di sistemazione e di ricerca, contano specialmente l’Antologia poetica della Resistenza italiana (1955), preparata in collaborazione con E. F. Accrocca, il volume Prosa e narrativa dei contemporanei (1957), la raccolta di saggi Pareri letterari e altro (1973), opere in cui Volpini si mostra più sensibile a parametri ideologici o di contenuto che ad ascendenze estetiche e formali. Ma è dinnanzi all’opera letteraria che la sua interpretazione diventa più vigile e personale, e il suo impegno, di ispirazione religiosa, si rafforza. Lo attestano i lavori: Antologia della poesia religiosa italiana contemporanea (1952), Prosatori cattolici (1957), La preghiera nella poesia italiana (1969) e la scelta delle pagine politiche di Georges Bernanos: Un uomo solo (1963), uno scrittore cattolico a Volpini particolarmente congeniale.
In ambito strettamente saggistico va ricordato il suo lavoro su Carlo Betocchi (1973), e la particolare coniugazione di interessi critici e scrittura creativa nei volumi: Fotoricordo e pagine marchigiane (1973) e La luce sui pioppi (1991).
Quanto a impegno politico e civile, Volpini è stato consigliere della Ragione Marche dal ’70 al ’75, e quasi contemporaneamente direttore de “Il Leopardi” (1974-76). Quindi, acquisita la cittadinanza vaticana, direttore de “L’Osservatore romano” (gennaio 1978 – settembre 1984).
Dal 1985 ha iniziato la sua collaborazione a “Famiglia cristiana”, “Jesus”, “Letture”, “L’eco di San Gabriele”.